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MELTING POT
Nella storiografia e nel linguaggio comune viene
così definito (pentolone) l'ambiente sociale e culturale americano,
in grado di fondere le peculiarità nazionali degli individui che
vi entrano in un carattere che le trascende, in un'entità unica,
americana. Tale immagine, estremamente ottimista, ha una forte connotazione
ideologica, un valore più prescrittivo che descrittivo, ed è
un elemento fondamentale del nazionalismo americano. La definizione deriva
dal titolo di un dramma di Israel Zangwill, ebreo inglese emigrato negli
Stati Uniti, rappresentato con enorme successo nel 1909, e il cui messaggio
è che il contatto con l'ambiente americano, vero bagno purificatore
dalle scorie del vecchio mondo, porterà alla nascita di un autentico
homo novus, che non deve rifarsi a modelli esistenti (il riferimento
è ovviamente al modello anglosassone) ma affermarsi come esponente
di una società che da ogni tipo umano prende alcune caratteristiche
per fonderle in qualcosa di nuovo, una visione nella quale non è
difficile scorgere l'impronta dell'antica idea ebraica e puritana del popolo
eletto. Concetti simili erano già stati espressi da H. De Crèvecoeur
(1782), che però vide il mutamento come causato più direttamente
dall'azione delle forze dell'ambiente e delle nuove abitudini e istituzioni.
Altri autori usarono il termine melt, mescolanza, fusione. Ma fu
R.W. Emerson il primo ad associarlo a pot, senza però applicarlo
direttamente all'America; F.J. Turner, il teorico della frontiera, parlò
di crucible (crogiuolo). Le idee di Zangwill trovarono però
tanti critici quanti sostenitori: la diffusione del concetto di pluralismo
culturale, le leggi antimmigrazione e il clima di sfiducia regnanti dopo
la Prima guerra mondiale segnarono di fatto la fine del concetto di melting
pot, che rimase comunque nell'uso comune a livello lessicale, seppure
ridotto a indicare la fusione di gruppi etnici diversi attraverso il matrimonio,
nell'ambito tuttavia della fondamentale divisione della società americana
fra protestanti, cattolici ed ebrei. Nel 1954 fu proposta l'adozione del
termine transmuting pot, a indicare come gli immigrati, più
che rinascere in nuovi individui, si conformassero a un modello "americano".
In seguito, alle critiche si sono unite voci che rivalutano melting pot
come la miglior definizione di un'interazione etnica realmente avvenuta
negli Stati Uniti, un'espressione in grado di suggerire un dinamismo e un
mutamento non accompagnati da fratture e traumi violenti.
L. Cremoni

I. Zangwill, The Melting-Pot: A Drama in Four Acts, Macmillan, New
York 1909; H. St. John De Crèvecoeur, Lettere di un agricoltore
americano, Storia e letteratura, Roma 1965.
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